Isol Grille System
Griglia per la ventilazione naturale di locali dove si debba garantire un adeguato ricambio d’aria e, allo stesso tempo, la compartimentazione EI in caso di incendio. Dimensioni massime varco 1000x800 mm.
ScopriQuesto obiettivo viene perseguito realizzando porzioni di edificio separate da elementi in grado di conservare, sotto l’azione del fuoco, un sufficiente isolamento termico ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione, oltre ad altre eventuali caratteristiche prestazionali se necessarie. I compartimenti possono anche essere multipiano e quindi comprendere più piani dell’edificio contigui.
Oltre alla classe di resistenza al fuoco caratteristica dell’elemento (ad esempio EI 60), la stessa deve essere garantita su tutta l’estensione della separazione, compresi varchi (come i serramenti) e passaggi impiantistici (idraulici, elettrici e meccanici). Per questo secondo caso, il CoPI ne dedica uno specifico paragrafo (S.3.7.3).
Nel dettaglio tutte le chiusure d’ambito orizzontali e verticali dei compartimenti devono formare
una barriera continua ed uniforme contro la propagazione degli effetti dell’incendio, ad esempio
nel caso di:
• giunzioni tra gli elementi di compartimentazione,
• attraversamento degli impianti tecnologici o di processo con l’adozione di sistemi sigillanti
resistenti al fuoco quando gli effetti dell’incendio possono attaccare l’integrità e la forma
dell’impianto (es. tubazioni di PVC con collare, sacchetti penetranti nelle canaline portacavi,
etc.) oppure con l’adozione di isolanti non combustibili su un tratto di tubazione oltre
l’elemento di separazione quando gli effetti dell’incendio possono causare solo il riscaldamento
dell’impianto (es. tubazioni metalliche rivestite, sul lato non esposto all’incendio dell’elemento
di compartimentazione, con idonei materiali isolanti);
• canalizzazioni aerauliche, per mezzo dell’installazione di serrande tagliafuoco o impiegando
canalizzazioni resistenti al fuoco per l’attraversamento dei compartimenti;
• camini di esaustione o di estrazione fumi impiegando canalizzazioni resistenti al fuoco per
l’attraversamento dei compartimenti;
• facciate continue;
• ascensori o altri condotti verticali (es. cavedi per impianti, …).
In questo contesto si parla di protezione “passiva” che, in contrapposizione a quella di tipo “attivo”, rappresenta l’insieme delle misure antincendio atte a ridurre le conseguenze di un incendio e che non richiedono l’azione dell’uomo o l’attivazione di un impianto.
Nella progettazione della compartimentazione, gli elementi separanti devono garantire una
prestazione di tenuta di fumi e gas caldi (Tenuta “E”) e di isolamento termico (Isolamento “I”). In
generale si parla quindi di elementi con caratteristica “EI” seguita da una durata di tempo relativa alla
prestazione stessa. La definizione della classe di resistenza al fuoco e della durata di mantenimento
di tale caratteristica viene effettuata grazie a specifiche norme di prova e classificazione riportate
nel D.M. 16/02/2007 e nel CoPI.
Tuttavia, all’interno di un elemento di compartimentazione EI xx, gli attraversamenti impiantistici
rappresentano una discontinuità della resistenza al fuoco vanificando tutto il percorso certificativo e
costruttivo. Per questo motivo la riqualificazione puntuale deve essere realizzata in considerazione
della tipologia dell’attraversamento, dell’elemento di compartimentazione e della classe di
resistenza al fuoco che è necessario garantire.
Nel mondo della riqualificazione della compartimentazione, i risultati dei test sono molto stringenti perché il campo di applicazione diretta è molto legato all’asset di prova con l’impossibilità di estensione dei risultati ottenuti ad un supporto diverso, piuttosto che a delle caratteristiche dimensionali o di materiali dell’attraversamento diverse. Questo comporta da una parte la necessità di sviluppare un elevato numero di test al fuoco in laboratorio da parte delle aziende produttrici e dall’altra una ricerca specifica da parte dell’installatore del sigillante corretto che rispetta tutti i criteri e campo di applicazione diretta del test. Non solo. L’installazione in cantiere deve essere eseguita esattamente come indicato dal produttore perché deve riprodurre fedelmente la modalità di installazione in laboratorio. Le condizioni al contorno del laboratorio sono fondamentali per assicurare la prestazione e la funzionalità del sigillante. Lo stesso sigillante, con condizioni al contorno diverse rispetto a quelle del laboratorio potrebbe non fornire lo stesso grado di sicurezza o, peggio, non garantire la tenuta e l’isolamento che lo caratterizzano.
Il tecnico antincendio non ha alcuna facoltà di estendere i risultati di un test di laboratorio a una diversa installazione di cantiere piuttosto che validarne una con delle condizioni al contorno differenti. A puro titolo di esempio, un test eseguito su un solaio non potrà essere validato ai supporti verticali, piuttosto che un test eseguito su una parte rigida non può essere estese al campo di pareti in pannelli sandwich, piuttosto che un test eseguito su un attraversamento con cornice sulla forometria non potrà essere estesa al caso di assenza di cornice.
In linea generale non sono mai ammesse delle varianti o estensioni delle condizioni di prova a meno di alcuni casi specifici dove la configurazione di cantiere rappresenta una condizioni più gravosa rispetto a quella del test. Ad esempio, sarà possibile applicare i risultati di un test eseguito su un supporto flessibile ad un supporto rigido (anche se il viceversa non è ammesso) qualora quest’ultimo abbia uno spessore uguale o maggiore a quello testato, piuttosto che, rimanendo all’interno della stessa tipologia di supporto è possibile utilizzare un test report nel caso di supporto di spessore o densità maggiori.
I prodotti e gli elementi costruttivi sono classificati in base alle loro caratteristiche di resistenza al fuoco secondo specifiche prestazioni:
Prestazione | Descrizione | |
---|---|---|
R | Capacità portante | Capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo |
E | Tenuta | Capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate |
I | Isolamento | Capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo. A seconda dei limiti più o meno severi al trasferimento di calore, il requisito si specializza in 11 o 12. L’assenza di indicazione al pedice sottintende il requisito 12. |
W | Irraggiamento | Capacità di un elemento costruttivo o strutturale di limitare, per un certo periodo di tempo, l’irraggiamento termico da parte della superficie non esposta in condizioni di incendio normalizzate |
M | Azione meccanica | Capacità di un elemento costruttivo o strutturale di resistere all’impatto da parte di altri elementi senza perdere i requisiti di resistenza al fuoco |
C | Dispositivo automatico di chiusura | Capacità di chiusura di un varco da parte di un elemento costruttivo in condizioni normalizzate di incendio e di sollecitazione meccanica. |
S | Tenuta al fumo | Capacità di un elemento di chiusura di limitare o ridurre il passaggio di gas o fumi freddi in condizioni di prova normalizzate. Il requisito si specializza in: • Sai se la tenuta al passaggio dei gas o fumi è garantita a temperatura ambiente; • Sm (o S200): se la tenuta al passaggio dei gas o fumi è garantita sia a temperatura ambiente che a 200°C. |
P PH |
Continuità di corrente | o capacità di segnalazione Capacità di funzionamento di un cavo percorso da corrente o da segnale attico in condizioni di incendio normalizzate |
G | Resistenza all’incendio della fuliggine | Capacità di condotto di passaggio di fumi di resistere all’incendio di fuliggine in condizioni di incendio normalizzate, garantendo la tenuta al passaggio di gas caldi e l’isolamento termico |
K | Capacità di protezione al fuoco | Capacità di rivestimenti a parete o a soffitto di proteggere i materiali o gli elementi costruttivi o strutturali su cui sono installati dalla carbonizzazione, dall’accensione o da altro tipo di danneggiamento, per un certo periodo di tempo in condizioni di incendio normalizzate. |
D | Durata della stabilità a temperatura costante | Capacità delle barriere al fumo di conservare i requisiti di resistenza al fuoco in condizioni di incendio normalizzate. |
DH | Durata della stabilità lungo la curva standard tempo-temperatura | |
F | Funzionalità degli evacuatori | Durata della stabilità lungo la curva standard tempo-temperatura Capacità degli evacuatori di fumo motorizzati (F) o naturali (B) di conservare i requisiti di funzionamento in condizioni di incendio |
B | Funzionalità degli evacuatori naturali di fumo e calore |
Le prestazioni di resistenza al fuoco dei prodotti e degli elementi costruttivi possono essere
determinate in base ai risultati di:
• Prove
• Calcoli
• Confronti con tabelle
La modalità di verifica e classificazione della resistenza al fuoco per i prodotti di sigillatura delle compartimentazioni sono da effettuarsi esclusivamente con metodo sperimentale eseguendo specifici test al fuoco in laboratorio accreditati. La famiglia di norme che stabiliscono i criteri di prova della resistenza al fuoco di impianti di forniture e servizi è la EN 1366 (EN 1366-3 per i sigillanti degli attraversamenti e EN 1366-4 per giunti lineari) mentre la classificazione della resistenza al fuoco degli elementi costruttivi eseguita con metodo sperimentale deve essere svolta sulla base della norma EN 13501-2.
La descrizione dettagliata dei procedimenti di prova e dei risultati in termini di resistenza e
classificazione al fuoco sono contenuti in 2 diversi documenti:
• Rapporto di prova: documento riservato dell’azienda produttrice che esegue il test e che
contiene tutti i dettagli dei campioni testati, i disegni esecutivi degli elementi e dei sistemi
di fissaggio
• Rapporto di classificazione: documento di pubblico utilizzo che definisce la classificazione
ufficiale di resistenza al fuoco del sistema
Con l’entrata in vigore del CPR n. 305 del 2011 è stata resa obbligatoria in Europa, a partire del 2013, la marcatura CE di tutti i materiali da costruzione per i quali esiste una norma armonizzata di prodotto. Nel campo della protezione passiva, le norme di prodotto non coprono l’intero parco di prodotti per cui, come per gli attraversamenti, non esiste una specifica norma che ne obbliga la marcatura CE. In questo contesto rimane pertanto valido il percorso precedentemente illustrato di test al fuoco secondo norme di prova di resistenza al fuoco e dichiarazione di conformità del prodotto redatta dal produttore.
Tuttavia, anche in assenza di una norma di prodotto armonizzata, è possibile marcare CE un
prodotto, ad esempio un sigillante per la resistenza al fuoco, percorrendo la strada alternativa
dell’ETA, acronimo di European Technical Assessment, affidandosi ad uno degli organi di valutazione
tecnica nominati dai governi di ciascuno Stato membro dell’Unione denominati TAB, acronimo di
Technical Assessment Body e seguendo le linee guide EAD, acronimo di European Assessment
Document. Tale documento, predisposto appositamente per ciascuna tipologia di prodotto,
contiene la descrizione del prodotto e del suo utilizzo, l’elenco delle caratteristiche prestazionali
essenziali con i relativi criteri e metodologie di valutazione nonché i principi per i successivi
controlli della produzione in fabbrica da seguire pedestremente. L’implementazione di uno sistema
di controllo di produzione in fabbrica viene costantemente monitorato dal TAB, che attraverso
degli audit eseguiti direttamente nel sito produttivo verifica da una parte i processi di produzione
che non devono aver subito delle alterazioni nel tempo e dall’altra che i prodotti conseguenti siano
conformi a quelli testati. In questo modo il TAB emette il certificato di costanza delle prestazioni del
prodotto mentre in caso di gravi non conformità può essere ritirata la marcatura CE del prodotto.
Naturalmente per i sigillanti, la verifica delle prestazioni di resistenza al fuoco segue un percorso
certificativo sperimentale con specifici test in laboratorio.
Uno dei pilastri fondamentali del regolamento UE 305/2011 per la marcatura CE di un prodotto
è infatti l’adozione di un controllo di produzione in fabbrica che deve essere permanente e
documentato. Il fabbricante deve sistematicamente adottare procedure di produzione e di verifica
della produzione per valutare la conformità del prodotto al EAD.
Una volta ottenuto l’ETA, ad opera di un Technical Assessment Body (o “TAB”) per il prodotto,
è possibile emettere la marcatura CE del prodotto. Il fabbricante accompagna le sue forniture
con la DoP (Declaration of Performance) che è un documento da lui redatto in ambiente di
autocertificazione e che raccoglie i risultati e le prestazioni del prodotto contenute nell’ETA.
La norma disciplina le modalità di prova della resistenza al fuoco delle tubazioni, cavi elettrici
ed altri elementi di discontinuità delle compartimentazioni (ad esempio le scatole elettriche) su
supporti di tipo rigido o flessibile.
Per quanto riguarda le tubazioni, il comportamento al fuoco è completamente diverso in
funzione della tipologia di materiale con il quale sono prodotte e questa differenza si trova
nella norma di prova. Vengono definite come “tubazioni plastiche” quelle che sono realizzate in
materiali non classificati in classe di reazione al fuoco A1 e A2 (combustibili) e che hanno una
temperatura di fusione inferiore a 1.000 °C mentre vengono definite come “tubazioni metalliche”
quelle che sono realizzate in materiali in classe di reazione al fuoco A1 e A2 (incombustibili) e
che hanno una temperatura di fusione superiore a 1.000 °C. Un caso particolare è rappresentato
dalle tubazioni in alluminio che pur essendo tubazioni metalliche e classe di reazione al fuoco A1
presenta una temperatura di fusione inferiore a 1.000 °C che comporterà il ricorso sia a materiali
che isolano termicamente la tubazione ma anche dei sistemi di ripristino del supporto in occasione
dell’attraversamento con materiali che siano in grado di ripristinare la compartimentazione qualora
il materiale della tubazione fondesse.
Le tubazioni combustibili sottoposte all’incendio perdono la consistenza in un intervallo di
temperature molto basso, fino a ca. 220 °C. Lo scopo del sigillante deve pertanto essere quello
di ripristinare la compartimentazione in corrispondenza del varco aperto dalla tubazione “sciolta”
perché attraverso quest’apertura è possibile il passaggio di fumo, fiamme e calore vanificando la
prestazione “EI” del supporto di compartimentazione. La sigillatura di queste tubazioni avviene
mediante il ricorso di materiali intumescenti che sono in grado di aumentare il proprio volume
anche di 30 volte se sottoposti a temperature elevate. Solitamente il processo di aumento del
volume di questi materiali inizia sui 180 °C e continua all’aumentare della temperatura. Questo
comportamento, associato all’elevata resistenza al fuoco insita al materiale, garantisce la continuità
della compartimentazione in caso di incendio.
Nel caso di tubazioni incombustibili con temperatura di fusione superiore ai 1000 °C (come
ad esempio l’acciaio, il ferro o il rame), la protezione in caso di incendio è relativa alla elevata
conduzione della temperatura che avviene per mezzo della tubazione stessa che aumentato
notevolmente di volume, lo può trasmettere ai compartimenti adiacenti e divenendo essa stessa
una fonte di innesco di incendio lontano dal punto di innesco. Pertanto, l’obiettivo diventa quello
di isolare termicamente la tubazione con materiali che siano in grado di resistere all’aggressione
termica dell’incendio e mantenere fredda la tubazione metallica sottostante.
La norma definisce le tipologie di isolamento delle tubazioni incombustibili come
• CS (Continuo e Sostenuto): l’isolante è applicato per tutta la lunghezza del tubo e passa
all’interno della compartimentazione attraversata
• CI (Continuo e Interrotto): l’isolante è applicato per tutta la lunghezza del tubo ed è interrotto
in corrispondenza della compartimentazione attraversata
• LS (Locale e Sostenuto): l’isolante è applicato per una lunghezza limitata del tubo e passa
all’interno della compartimentazione attraversata
• LI (Locale e Interrotto): l’isolante è applicato per una lunghezza limitata del tubo ed è interrotto
in corrispondenza della compartimentazione attraversata
Nel caso di tubazioni incombustibili coibentate, la tipologia di sigillante è determinata dalla tipologia della coibentazione che può essere di tipo combustibile o incombustibile. È classico il primo caso che comporta la protezione della tubazione con un prodotto intumescente, che sotto l’azione dell’incendio aumenta il volume compensando lo scioglimento del coibente
Nel caso di tubazioni incombustibili coibentate, la tipologia di sigillante è determinata dalla tipologia della coibentazione che può essere di tipo combustibile o incombustibile. È classico il primo caso che comporta la protezione della tubazione con un prodotto intumescente, che sotto l’azione dell’incendio aumenta il volume compensando lo scioglimento del coibente. La caratterizzazione dei sigillanti su tubazioni avviene eseguendo i test sul diametro minimo (con spessore minimo) e il diametro massimo (con spessore minimo e con spessore massimo) al fine di ottenere l’area di applicazione più estesa possibile. Altra condizione importante oggetto di test di resistenza al fuoco è la tipologia di estremità della tubazione oggetto di test che può essere tappata (“C” o Capped) oppure aperta (“U” o Uncapped). Questa differente condizione permette di simulare le tipologie di tubazioni presenti in cantiere ed applicare il giusto risultato di test. Le tipologie di tubazione di test sono quindi le seguenti:
Denominazione | Estremità interna forno | Estremità esterna forno |
---|---|---|
U/U | Aperta | Aperta |
U/C | Aperta | Chiusa |
C/U | Chiusa | Aperta |
C/C | Chiusa | Chiusa |
I risultati ottenuti su una determinata configurazione possono essere estesi ad altre configurazioni, sempre nella logica base che un risultato può essere esteso ad una condizioni di cantiere che è più gravosa di quella testata. Pertanto
Test | U/U | U/C | C/U | C/C |
---|---|---|---|---|
U/U | SI | SI | SI | SI |
U/C | NO | SI | SI | SI |
C/U | NO | NO | SI | SI |
C/C | NO | NO | NO | SI |
Pertanto, il test eseguito su una tubazione C/U non può essere estesa ad una tubazione U/U e U/C ma può essere utilizzato con tubazioni di tipo C/U e C/C.
La tipologia di estremità nel test di laboratorio è molto importante per poter scegliere il corretto sigillante che meglio si adatta alla tipologia di tubazione che si deve sigillare. La norma fornisce una matrice di scelta del corretto sigillante e per le tubazioni combustibile il punto focale è la destinazione di utilizzo della tubazione mentre per le tubazioni incombustibili è la tipologia di sostegno.
Denominazione | Destinazione |
---|---|
U/U | Tubi di scarico acqua piovana (“pluviale”) Tubi di scarico ventilati |
U/C | Tubi di scarico non ventilati Tubi acqua sanitaria e riscaldamento Tubi metallici per trasporto gas, acqua calda e riscaldamento Tubi metallici con sistemi di sostegno non resistenti al fuoco |
C/U | Tubi metallici con sistemi di sostegno resistenti al fuoco |
C/C | Nessuna applicabilità |
I cavi elettrici, oltre a rappresentare una discontinuità della resistenza al fuoco di una compartimentazione, sono essi stessi punti critici nella valutazione rischio incendio di un edificio perché possibile causa di cortocircuiti, sovraccarichi di corrente o semplicemente guasti con accensioni e inneschi di un incendio. La norma di prova è incentrata sulla metodologia di riqualificazione dello spazio tra l’elemento o gli elementi dell’attraversamento impiantistico e il foro con materiali che impediscano il passaggio di fumo e calore da un compartimento all’altro.
La norma stabilisce le modalità per l’esecuzione dei test al fuoco sulle diverse tipologie di cavi elettrici (potenza o dati) in funzione della dimensione con installazione a singolo cavo o gruppi, in canalina metallica, all’interno di tubazioni plastiche o libera senza alcun tipo di sostegno. Il ripristino della compartimentazione degli attraversamenti elettrici può essere effettuato con sistemi diversi, dai sacchetti o mattoncini in materiale intumescente, piuttosto che con speciali schiume, pannelli in fibra o malte cementizie o siliconi per la completa chiusura del varco.
La scelta, oltreché, per le condizioni al contorno del supporto andrà effettuata in funzione al successivo utilizzo del varco perché soluzioni con sacchetti o mattoncini possono essere facilmente rimosse per interventi successivi all’impianto. Ripristini con pannelli a bassa densità o schiume possono essere asportate in parte mentre soluzioni più rigide con malte comportano interventi più complicati.
Un importante aspetto progettuale degli edifici, in particolare in Italia, è la resistenza ai movimenti sismici e da qui la necessità di una specifica progettazione antisismica delle strutture. La definizione di giunto lineare si inserisce in questo contesto dove l’inserimento di piccole aperture all’interno delle strutture permette di garantire la necessaria flessibilità strutturale ma comporta problematiche dal punto di vista della resistenza al fuoco dell’elemento e della continuità della compartimentazione.
I giunti sono sostanzialmente degli spazi che consentono alle strutture di avere dei piccoli movimenti, non soltanto per scosse del terreno ma anche per via di dilatazioni termiche, senza comportare delle fessurazioni degli elementi o addirittura una rottura degli stessi. La doppia necessità di resistenza strutturale e antincendio dei giunti comporta l’obbligo di specifiche di test al fuoco di soluzioni e materiali che permettano di seguire i movimenti delle compartimentazioni pur mantenendo le caratteristiche di resistenza al fuoco. La norma UNI EN 1366-4 fissa le regole di prova al fuoco, suddividendo i giunti senza movimenti da quelli con movimento.
La prima tipologia deve essere sigillata con sistemi che sono in grado di comprimersi/espandersi fino al 7,5 % dell’ampiezza del giunto e la norma non precede alcun tipo di test oltre a quella relativa alla resistenza al fuoco. La seconda tipologia di giunti invece deve essere sigillata con sistemi che sono in grado di rispettare % di compressione ed espansione maggiori del 7,5% della propria ampiezza e la norma comporta di sottoporre il sigillante anche ad una prova di tipo “meccanico”.
La norma definisce anche la posizione del sigillante all’interno dello spessore della compartimentazione al fine di replicare esattamente il posizionamento dell’elemento in cantiere, dove le esigenze potrebbero imporre una specifica installazione piuttosto che un’altra. La posizione del test è poi vincolante sulla certificazione e sulla installazione in cantiere. Un sigillante testato all’interno dello spessore della compartimentazione e dalla parte del fuoco potrà essere posizionato in cantiere in qualsiasi posizione ma non viceversa.
Griglia per la ventilazione naturale di locali dove si debba garantire un adeguato ricambio d’aria e, allo stesso tempo, la compartimentazione EI in caso di incendio. Dimensioni massime varco 1000x800 mm.
ScopriCollare per il ripristino di attraversamenti di tubazioni combustibili su supporti rigidi (orizzontali e verticali) e leggeri (verticali). Diametro massimo 160 mm.
ScopriCollare per il ripristino di attraversamenti di tubazioni combustibili e multistrato anche affiancate su supporti rigidi (orizzontali e verticali) e leggeri (verticali). Diametro massimo 160 mm.
ScopriCollare per il ripristino di attraversamenti di tubazioni combustibili e incombustibili rivestite con materiale isolante su supporti rigidi (orizzontali e verticali). Diametro massimo 315 mm.
ScopriSistema per il ripristino di attraversamenti di curve delle tubazioni combustibili su supporti rigidi (orizzontali e verticali). Diametro massimo 125 mm.
ScopriStriscia intumescente per il ripristino di attraversamenti di tubazioni combustibili e multistrato su supporti rigidi (orizzontali e verticali) e leggeri (verticali e contropareti). Diametro massimo 160 mm.
ScopriSistema per il ripristino di attraversamenti multipli su supporti rigidi (verticali e orizzontali) e leggeri (verticali). Dimensioni massime 1400x2000.
ScopriMattone intumescente per il ripristino di forometrie su supporti rigidi e leggeri (verticali). Dimensioni massime 600x600 mm.
ScopriTappo intumescente per il ripristino di forometrie su supporti rigidi e leggeri (verticali). Dimensioni massime 180 mm.
ScopriGuarnizione termo espandente per la chiusura di varchi su supporti rigidi (verticali e orizzontali).
ScopriSistema di riqualificazione controsoffitti con diffusori aeraulici e relativa tubazione.
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