Innovazioni nei Sistemi di Pressurizzazione per la Protezione contro il Fumo
L’avvento del Codice di Prevenzione Incendi ha stravolto la metodologia di progettazione antincendio delle attività soggette ai controlli VV.F. fornendo un approccio di analisi più flessibile e più attinente, adattabile e proporzionato alle reali condizioni del contesto e alle prestazioni specifiche richieste dalla strategia antincendio. È possibile ricorrere a soluzioni preconfezionate della norma denominate “conformi” piuttosto che affrontare la progettazione mediante un approccio prestazionale, con soluzioni ingegnerizzate denominate “alternative”.
Il Ruolo della Pressurizzazione dei Locali nella Strategia Antincendio
Una delle misure fondamentali per la progettazione della strategia antincendio è rappresentata dal controllo di fumi e calore che, con soluzioni di smaltimento / estrazione fumo e calore o pressurizzazione dei locali, consente di mantenere le vie di esodo sempre sicure e praticabili in virtù di una specifica e progettata gestione del fumo, quale principale pericolo per le persone coinvolte in un incendio.
La Storia e l'Evoluzione della Pressurizzazione dei Locali
Lo status normativo nazionale in ambito di prevenzione incendi ha da sempre associato la pressurizzazione dei locali come sistema di protezione attiva per lo smoke management al “filtro a prova di fumo” grazie alla storica definizione introdotta dal Decreto Ministeriale 30 novembre 1983 “Termini, definizioni, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi” e che ben si è sempre ben adattato all’architettura edilizia nazionale.
L’evoluzione tecnologica e normativa ha ampliato il campo di applicazione della soluzione con pressurizzazione dei locali grazie al Codice Di Prevenzione Incendi che, nella definizione di compartimentazione a prova di fumo riportata nella misura S.3, ha introdotto quella dell’intero compartimento in linea con gli sviluppi delle norme tecniche in ambito europeo. Classica applicazione della pressurizzazione del compartimento è rappresentata dal vano scala.
È importante notare che il locale “filtro a prova di fumo” in sovrappressione non è stato sostituito dal vano scala pressurizzato ma le 2 soluzioni sono alternative, della stessa validità tecnica e collocate dal Codice di Prevenzione Incendi sul medesimo piano normativo come metodologie idonee a creare una “compartimentazione a prova di fumo”. Il tecnico può quindi adottare l’una soluzione o l’altra all’interno del suo progetto antincendio in funzione del contesto, delle condizioni al contorno specifiche, della valutazione del rischio e delle strategia antincendio identificando la soluzione di pressurizzazione che meglio garantisce i requisiti tecnico-economico-prestazionali richiesti.
Definizione normativa del Filtro a Prova di Fumo
In particolare, nell’ottica di delimitare correttamente il campo di applicazione del locale “filtro a prova di fumo” come soluzione conforme, il Codice di Prevenzione Incendi ne ha approfondito la definizione introducendo, per le classiche tipologie di “filtro a prova di fumo” (sovrappressione a 30 Pa, camino di smaltimento fumo e apertura verso l’esterno di 1 mq), la limitazione per i soli locali monopiano e di ridotta superficie lorda. L’intento normativo è stato quello di dare continuità ai precedenti decreti in materia di prevenzione incendi con approccio prescrittivo e di confermare l’affidabilità e l’efficacia della storica soluzione tecnica ma legandola ad una volumetria di locale limitata.
L'Evoluzione della Progettazione Antincendio e la Complessità dei Sistemi di Pressurizzazione
L’evoluzione della progettazione antincendio attraverso le metodologie introdotte dal Codice di Prevenzione Incendi ha coinvolto anche la pressurizzazione dei locali “filtro a prova di fumo”, portandola a livelli di complessità via via maggiori, in particolare per le logiche di attivazione e per la conformazione delle adduzioni d’aria. Ogni locale “filtro a prova di fumo” ha una specifica conformazione edilizia e le componenti di sistema devono essere dimensionate attraverso un percorso di calcolo eseguito in conformità ai metodi tecnici disponibili. In questo caso si ricorre alla UNI EN 12101-13 che è lo strumento di progetto specificatamente sviluppato per i sistemi di pressurizzazione per vani scala. Così come anche indicato a riguardo nelle note di carattere esplicativo del Codice di Prevenzione Incendi.
La Soluzione Sacop per Sistemi Evoluti, Intelligenti e Performanti
La complessità via via maggiore dei sistemi di pressurizzazione per locali “filtro a prova di fumo” richiede sistemi in grado di assolvere a richieste sempre più specifiche e stringenti. Sacop è un esempio di produttore che grazie all’attività continua di Ricerca&Sviluppo, assecondando le svariate necessità progettuali ricevute dal mercato, sviluppa e produce sistemi evoluti, intelligenti e performanti in linea con i trend prestazionali attuali e supporta tutti i tecnici coinvolti al fine di elaborare insieme il dimensionamento corretto e funzionale del sistema di pressurizzazione più idoneo o per risolvere problematiche in campo.
Un Approccio “Sartoriale” alla Progettazione dei Sistemi di Pressurizzazione
L’approccio progettuale nel campo della pressurizzazione dei locali diventa di tipo “sartoriale”, perfettamente in linea con lo spirito del Codice di Prevenzione Incendi. In questa direzione si orientano le ultime importanti progettazioni di locali “filtro a prova di fumo”, con attivazioni intelligenti in funzione della tipologia di emergenza e della localizzazione dell’incendio e secondo il piano di attuazione della strategia antincendio. Parallelamente al ricorso a sistemi “intelligenti”, la complessità impiantistica e gli spazi sempre più limitati impongono anche l’ottimizzazione della sezione di adduzione dell’aria (canalizzata) e dei relativi ingombri che, quando a servizio di più pressurizzatori, deve garantire il corretto apporto d’aria a tutti i ventilatori attivi. Anche lo spessore delle condotte diventa fondamentale per ridurre lo spazio necessario per l’installazione e condotte con materassini protettivi per garantire la resistenza al fuoco potrebbero essere troppo elevati e non in linea con gli spessori totali ammessi.
Nuovi Componenti Sacop per Sistemi di Pressurizzazione Innovativi
Il mercato comanda e i produttori devono essere in grado di rispondere con prodotti in linea con i requisiti prestazionali e normativi richiesti. Sacop ha tradotto le ultime richieste in prodotti: da una parte (A) componenti di impianto in grado di parzializzare automaticamente l’adduzione aria ai ventilatori che è necessario rendere attivi e dall’altra (B) condotte certificate secondo le norme di test al fuoco delle condotte di ventilazione (condotta tipo A e fuoco da esterno secondo EN 1366-1) con sezione personalizzabile fino alla massima dimensione di 1.250 mm x 1.000 mm in funzione del calcolo aeraulico di predimensionamento e con spessori di condotta minimi.
I Plus dei Sistemi di Pressurizzazione Sacop: Efficienza e Facilità di Installazione
La prima specifica (A) è attuabile con un’unità ventilante dotata di serranda al suo interno che, in condizioni normali, mantiene completamente chiusa l’adduzione aria al ventilatore evitando dispersioni energetiche dal volume interno dell’edificio e che, in condizioni di funzionamento durante un incendio, evita che l’aria possa essere prelevata erroneamente dagli altri locali filtro e non dall’esterno come deve essere. La serranda è dotata di attuatore comandato dal quadro di gestione del pressurizzatore ed è parte integrante dell’unità ventilante che in condizioni d’emergenza si apre completamente: soltanto al termine dell’apertura della serranda il ventilatore riceve il comando di attivazione della ventola potendo così sfruttare tutta l’aria disponibile della sezione dell’adduzione. La semplicità di installazione della soluzione tecnica è garantita dal preassemblaggio e cablaggio in Sacop del sistema unità ventilante-box serranda che dovrà semplicemente essere fissato alla parete del locale “filtro a prova di fumo”. Non solo. L’unità di controllo e comando Sacop è in grado di gestire completamente la funzionalità dell’attuatore della serranda diventando un tutt’uno con il ventilatore e permettendo un funzionamento sincronizzato perfettamente tra le componenti.
La soluzione di Pressurizzazione Sacop per Edifici Multipiano con cavedio unico
Il sistema così realizzato rappresenta la soluzione ideale per tutti i casi di edifici multipiano dove i filtri sovrapposti si affacciano direttamente su un unico cavedio dimensionato per garantire il necessario apporto di aria dall’esterno sulla base dello scenario di portata più gravoso. Le unità ventilanti prelevano aria direttamente dal cavedio con apposita forometria a parete e sistema serranda-ventilatore ad essa collegato. La centrale di rilevazione incendio (esterna al sistema di pressurizzazione), individuando il posizionamento dell’incendio, potrà attivare solamente i pressurizzatori che la suddivisione dei compartimenti, la progettazione dell’esodo e la strategia antincendio in generale richiedono per quello specifico scenario. Qualora i filtri non siano addossati al cavedio ma siano asserviti da tratti di condotte orizzontali di piano sarà possibile utilizzare anche serrande installate su condotta allo stacco della condotta ma perdendo il vantaggio del precablaggio completo in stabilimento e necessitando di caratteristica di resistenza al fuoco certificata. Anche in questo caso l’unità di controllo e comando Sacop può gestire il funzionamento dell’attuatore.
La serranda diventa parte integrante del sistema di pressurizzazione e in ogni filtro è possibile gestire singolarmente la portata d’aria immessa all’interno con tempistiche molto rapide. Il ventilatore da “filtro a prova di fumo” con ridotta inerzia riesce a seguire esattamente l’esodo dello specifico locale, aumentando la portata d’aria quando viene aperta la porta di ingresso per impedire l’ingresso del fumo e diminuendola quando la porta di uscita dovrà richiudersi autonomamente (con la riduzione della pressione agente sull’anta del serramento). Questa è sempre stata la logica alla base del “kit pressostato differenziale e sensori porte” che Sacop ha in gamma per tutti i suoi sistemi di pressurizzazione e che ne rappresenta in realtà non un semplice optional ma un componente essenziale per il corretto funzionamento delle macchine in particolar per limitare a 100 N la forza di apertura della porta di ingresso. Inoltre, ogni pressurizzatore è completamente indipendente dal resto di impianto anche dal punto di vista dall’alimentazione in emergenza perché essendo provvisto di batterie tampone può garantire autonomamente la durata di funzionamento richiesta a progetto (60, 90, 120 min), evitando costosi gruppi di alimentazione esterni aggiuntivi.
La facilità di installazione è intuibile: occorre predisporre una semplice alimentazione elettrica ai pressurizzatori che in cantiere vengono consegnati pronti per essere installati.
Questa soluzione si contrappone a quella con un unico ventilatore a servizio di tutti i locali filtro tramite unico cavedio di immissione aria. La presenza di un unico ventilatore comporta un più complicato controllo dei flussi d’aria in emergenza oltre che un’alimentazione elettrica esterna aggiuntiva a causa delle maggiori potenze in gioco della parte ventilante non gestibili da batterie tampone posizionate all’interno dell’unità. Il sistema può essere dimensionato per le portate di progetto di ciascun filtro per garantire la sovrappressione di 30 Pa con una regolazione iniziale in fase di taratura di impianto perché le griglie di immissione aria all’interno dei locali, benché automatizzate, non riescono a garantire tempi di movimento rapidi da poter seguire l’oscillazione della portata d’aria richiesta durante il funzionamento in emergenza (come invece è possibile garantire con i singoli pressurizzatori nei locali “filtro a prova di fumo” e kit pressostato differenziale e sensori porte Sacop).
La Manutenzione Semplice e la Soluzione Sacop Connect
La soluzione con i pressurizzatori singoli per ciascun filtro continua a rappresentare la miglior tecnica di controllo di fumo e calore che garantisce semplicità installativa, funzionale, gestionale nonché manutentiva. La manutenzione è semplice ed immediata, in particolar se le macchine sono accessoriate della piattaforma Sacop Connect che permette di eseguire check automatici prestazionali delle macchine emettendo test report che il tecnico potrà allegare al registro delle attrezzature antincendio. Il tutto con un wizard guidato di test predefinito che esegue specifici cicli per la verifica dello stato di tutti i componenti e soprattutto la misura delle prestazioni di sistema con feedback automatici sulla macchina che precompila il documento finale.
La seconda specifica (B) è attuabile invece con la nuova condotta Isol CRC Quadro a sezione rettangolare certificata EI 120 S (ho o -> i) e EI 180 S (ve o -> i) secondo gli standard normativi per le condotte di ventilazione di tipo A e fuoco dell’esterno (UNI EN 1366-1). La facilità di installazione in cantiere è garantita dal montaggio per mezzo di colla e viti di elementi di canale preassemblati in stabilimento Sacop. La grande versatilità del prodotto permette di realizzare soluzioni “standard” con sezioni specificatamente studiate per le taglie di pressurizzatori Sacop, ma anche soluzioni “tailor made” con tutti gli elementi accessori necessari (condotte, curve, riduzioni, spostamenti assiali e deviazioni) per realizzare una condotta di ventilazione di qualsiasi dimensione (dimensione massima interna 1.250 mm x 1.000 mm). La soluzione con Isol CRC Quadro permette inoltre di garantire le prestazioni di resistenza al fuoco richieste con ingombri minimi grazie ai risotti spessori di condotta e coprigiunti.
La scelta e la progettazione della corretta soluzione della pressurizzazione interessano diverse figure del processo edilizio e impiantistico, dal progettista architettonico al tecnico della prevenzione incendi, dall’impiantista all’installatore o manutentore. Ogni fase dell’iter procedurale dovrà essere eseguita correttamente al fine di poter realizzare un impianto che possa essere gestito e manutenuto nel tempo per poter garantire l’efficienza, le prestazioni nominali e gli standard di sicurezza.
Riferimenti bibliografici: DM 30/11/1983, DM 16/02/2007, DM 03/08/2015, DM 18/10/2019, UNI EN 12101-13, UNI EN 1366-1, UNI EN 13501-3.